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Tommaso Bertolino


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Tommaso Bertolino

( Palermo 1897 - Roma 1979 )

Scultore

    Tommaso Bertolino

    Quotazioni di Tommaso Bertolino

    Le sculture in bronzo di Tommaso Bertolino sono quotate attorno ai 1.000 euro/2.000 euro, ma se sul mercato dovessero comparire sculture di grande formato di gusto arcaizzante potrebbero ottenere anche cifre oltre i 10.000 euro. Le medaglie in bronzo hanno stime tra gli 80 e i 400 euro.

    Le cifre suggerite sono del tutto orientative. Le quotazioni di un’opera dipendono da molti fattori come il periodo, il materiale, la tecnica, le dimensioni e il soggetto. Perciò consigliamo di inviarci una foto della vostra scultura di Tommaso Bertolino affinché noi possiamo fornirvi una valutazione accurata e precisa.

    Biografia

    Tommaso Bertolino nasce a Palermo nel 1897 e si forma come scultore all’Accademia di Belle Arti della città natale. Nel 1921 si trasferisce a Roma per perfezionare i suoi studi grazie ad una borsa di studio ricevuta dall’Istituto Catel. Qui comincia ad avere successo come scultore, incisore, ma soprattutto medaglista. 

    Le sue sculture sono caratterizzate da una solennità e immobilità che rievoca il primitivo e il protorinascimento caricando le figure di un valore ancestrale e mitico. Il suo linguaggio viene ampiamente apprezzato durante il Ventennio, infatti realizza alcune statue di atleti all’interno del Foro Italico e partecipa regolarmente alla Sindacali Fasciste dal 1929 agli anni della Seconda guerra mondiale.

    Tra influenze protorinascimentali e arcaiche

    L’esordio espositivo avviene alla Biennale di Venezia del 1926 con Al sole, evidenziando già la propensione per i volumi pieni che ritornano anche nell’armoniosa e rinascimentale Fior di serra che espone nel 1929 alla Sindacale del Lazio. Sicuramente viene influenzato dalla scultura di Donatello e Jacopo della Quercia, ma più avanti sempre più evidente si manifesta il richiamo della Grecia arcaica e dell’Etruria.

    Questo suo avvicinamento è visibile nella figura maschile del Marinaio palermitano presentato alla Biennale di Venezia del 1930, nel gesso della Primavera esposto alla Prima Quadriennale di Roma e nelle statue degli Atleti già menzionati come il Lanciatore della palla di ferro, Atleta al timone, Atleta in riposo e Lanciatore del disco

    La medaglistica e l’adesione alle tematiche del ventennio 

    L’artista aderisce alla celebrazione fascista del corpo ma anche all’attivismo del regime, realizzando opere come La vittoria del grano esposto alla Sindacale di Torino nel 1931 e Lo squadrista alla Sindacale laziale dell’anno successivo. Nel 1932 viene allestita anche una personale alla Biennale di Venezia con dodici medaglie tra le quali quelle per il Consiglio provinciale dell’Economia di Roma, per il Sindacato Nazionale della Pesca e La società elettrica e gas. Compaiono poi medaglie con ritratti Calciatore, Annunciazione e Mia madre.

    Dal 1934 si dedica anche all’insegnamento ottenendo la cattedra di scultura presso l’Accademia di Belle Arti di Roma.

    Nel 1935 prende parte alla Quadriennale di Roma con Il primo grano di Sabaudia, un ritratto fine, ma severo di fanciulla che rievoca la statuaria arcaica greca. L’anno successivo espone La Venere nella roccia alla Sindacale fascista del Lazio; e nel 1937 Medaglia, Il battesimo di Gesù e La creazione di Eva. I temi sacri tornano anche alla Sindacale fascista del 1940 con Madoninna; e con Il cireneo aiuta Gesù a portare la croce e Gesù cade sotto la croce esposti alla Sindacale laziale del 1943.

    Per quanto riguarda la medaglistica, l’artista applica la stessa plasticità e solennità delle sculture. I soggetti sia per tematica che stile rievocano l’antichità classica citando argomentazioni mitologiche o bibliche. Il suo successo si esaurisce alla fine del secondo conflitto bellico. Si spegne a Roma nel 1979.

    Emanuela Di Vivona

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