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Si forma inizialmente presso lo scultore Antonio Busciolano. Dagli anni Sessanta frequenta l’Accademia di Belle Arti di Napoli, dove studia sotto la guida di Tito Angelini, Stanislao Lista e Tommaso Solari.
Intorno al 1865, si trasferisce a Roma dove entra in contatto con lo scultore purista Pietro Tenerani e dove inizia a comporre raffinati ritratti in bronzo, affinando sempre di più la sua tecnica e passando gradualmente dal gusto accademico a quello più strettamente verista.
La forte attenzione alla questione sociale sembra provenire dalla conoscenza di Achille D’Orsi e si esprime soprattutto nelle opere presentate nel 1877 all’Esposizione Nazionale di Napoli: Lo carrettiello, Il maniscalco e Caino e la sua donna. L’Allegoria dell’autunno viene inviato l’anno successivo a Parigi per l’Esposizione Universale, decretando definitivamente la sua approvazione da parte della critica e del pubblico.
Prende parte alle Promotrici napoletane per gran parte degli anni Settanta, ma è proprio alla fine di questo decennio che soggiorna a Londra, dove avviene l’incontro che dà una svolta fondamentale alla sua produzione: entra in contatto con il pittore di origini olandesi Lawrence Alma Tadema. Quest’ultimo, da una parte lo rende noto all’aristocrazia inglese e gli permette di ricevere una lunga serie di committenze e di incarichi privati, dall’altra, lo introduce alla tematica neopompeiana e di revival dell’antica Roma.
Tale incontro lo porta a vivificare il suo repertorio, sino ad allora dedicato a scene di genere realiste, con le tematiche ispirate all’antica Roma. A questo periodo appartengono diverse opere di elegante e raffinata fattura come Una mia modella in Londra e Ritratto di Lady Brocke, ma anche Kimono, Una moderna vestale, Flora, Contadino e Ada.
Tornato a Napoli realizza diversi monumenti ed espone in diverse occasioni. Tra i suoi lavori ricordiamo: Pierrot, Una chiamata al villaggio, Signure pigliateve li cerine, Caino e la sua donna, Autunno, Dogali. Muore a Napoli nel 1887, a soli 39 anni.
scultura in bronzo
Firmato sul retro "G. B. Amendola"; timbro della Fonderia Laganà