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Pittore

Giacomo Balla


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Giacomo Balla

( Torino 1871 - Roma 1958 )

Pittore

    Giacomo Balla

    Quotazioni di Giacomo Balla

    Le opere divisioniste del primo Giacomo Balla sono stimate tra i 25.000 euro e i 500.000 euro, ma le sue opere figurative davvero eccezionali in passato hanno superato anche il milione, come La scala degli addii (salutando) del 1908.

    I dipinti futuristi hanno quotazioni ancora più alte: vanno dai 40.000 fino al milione e oltre per le tele di grandi dimensioni, vere icone dell’avanguardia futurista. Le opere figurative eseguite dopo il periodo futurista tra gli anni Venti e Trenta sono quotate in media tra i 10 e i 60.000 euro.  Infine, le opere futuriste della carriera tarda partono dai 15.000 euro e possono raggiungere i 200.000 euro e oltre, lo stesso vale per le opere su carta.

    Le stime proposte sono piuttosto orientative. Ogni opera è a sé stante e, soprattutto per un autore così complesso e prolifico come Balla, ha bisogno di una quotazione ad hoc, che può dipendere dalle dimensioni, dal periodo, dal soggetto e dalla tecnica utilizzata: per questo consigliamo di inviarci una foto della vostra opera di Giacomo Balla per avere una stima precisa e aggiornata

    Biografia

    Giacomo Balla si forma a Torino presso l’Accademia Albertina, frequentata per poco tempo nel 1891. Il suo esordio pubblico si deve collocare proprio nello stesso anno, quando a Torino espone il paesaggio dai toni realistici Tramonto. Il trasferimento a Roma del 1895 gli permette subito di entrare in contatto con artisti della levatura di Serafino Macchiati e Duilio Cambellotti.

    Gli esordi divisionisti

    Viene a conoscenza del divisionismo a sfondo sociale di Angelo Morbelli e Pellizza da Volpedo, per cui inizia la sua avventura artistica proprio nel solco dell’esperienza di questi due autori, avvicinandosi con fervore al Socialismo.

    Nel 1897 invia a Torino Sole di marzo, dipinto già trattato con tecnica divisionista, che anticipa Elisa ai giardini del 1902 e Ritratto esposto alla Biennale di Venezia del 1903. Nel 1900 passa molti mesi a Parigi, dove entra in contatto con le novità artistiche internazionali. Rientrato a Roma ha come allievi Gino Severini e Umberto Boccioni, per cui diviene un forte riferimento per quanto riguarda il Divisionismo ed in seguito il Futurismo.

    Come accennato, le teorie di matrice socialista entrano in modo preponderante nei dipinti del primo Novecento, quando è attentissimo alla questione degli ultimi, senza cedere a inutile pietismo. Nel 1905 realizza La pazzaIl polittico dei viventi e La giornata dell’operaio tre splendidi dipinti che presentano subito la grande intensità cromatica di Balla al pubblico. Si fa artefice di un divisionismo acceso e drammatico che ritorna anche nella grande tela conservata presso La Galleria Nazionale di Roma Villa Borghese – Parco dei Daini. La luminosità è l’elemento che risalta immediatamente agli occhi dello spettatore, trattata con un divisionismo sciolto e personalissimo che sarà preludio allo studio della luce che effettuerà in seno al Futurismo.

    Il Futurismo

    Nel 1910 Balla firma Manifesto dei Pittori Futuristi La Pittura Futurista – Manifesto Tecnico: dà un forte contributo personale alla ricerca futurista impegnandosi soprattutto negli studi sulla scomposizione della luce e del movimento, influenzato in parte dalle ricerche fotografiche di Anton Giulio Bragaglia. Partecipa intensamente al clima futurista, avvicinandosi a Filippo Tommaso Marinetti e prendendo le distanze dalle sue opere degli esordi, realiste e statiche.

    Studi sul movimento emergono da Bambina che corre sul balcone e da Dinamismo di un cane al guinzaglio del 1912, trattati con evidente attenzione alla simultaneità, allo studio del tempo e degli attimi intermedi nel corso di una traiettoria. Le composizioni, proprio per questo motivo, si fanno sempre più astratte, fino a giungere ad un puro studio della luce e del dinamismo che conduce “Futur Balla” alle Compenetrazioni iridescenti del 1914.

    Si interessa al teatro e al cinema, firmando nel 1916 il Manifesto della Cinematografia futurista, mentre nel 1917 esegue la scenografia cinetica per il balletto Feu d’artifice di Strawinskij al Teatro Costanzi. Moltissime opere espone alla Mostra della Società degli Amatori e Cultori del 1930, tra cui Mio istanteNon c’è nessunoCura elettricaFiorluttoFanciulridenteAutocaffè Alito di luce. Partecipa a tutte le mostre futuriste, tra cui quella di New York del 1925 e quella di Parigi del 1929, anno in cui firma il Manifesto dell’Aeropittura.

    Gli ultimi anni e la pittura realista

    Nel 1931 prende parte alla Quadriennale di Roma con Le frecce della vita, Dinamismo futuristaFanciulla della seggiolaLa sedia dell’uomo stranoRitratto del dottor Tuminelli. Qui, il suo dinamismo è ancora nel pieno dell’energia, ma è proprio dagli anni Trenta che Balla abbandona piano piano il Futurismo, per poi separarsene definitivamente nel 1937, quando torna al realismo. Negli anni Quaranta e Cinquanta, comunque non smette di esporre le opere futuriste che più lo identificano e che non ha rinnegato. Muore a Roma nel 1958.

    Elena Lago

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