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Stafano Bersani nasce a Melegnano nel 1872. Studia all’Accademia di Brera al seguito di Giuseppe Bertini. Ancora molto giovane, partecipa all’Esposizione di Brera ottenendo il Premio Mylius grazie al dipinto Il taglio del grano conservato nell’Accademia stessa. Nel 1892 partecipa alla Promotrice di Genova con Frutta e Natura morta. Nel 1894 vince il premio Fumagalli con L’antro, racconto di un esorcismo, e poi il premio Canonica con Il silenzio. Il dipinto La fattucchiera compare alla Prima Triennale di Torino e rivela come inizialmente Bersani sia incline alla composizione di scene dalla spiccata vena realistica, con velature di accento sociale. Nello stesso anno, alla Festa dell’Arte e dei Fiori di Firenze espone In attesa, mentre nel 1898 a Torino invia Sul declino, un dipinto amaro e drammatico. Questo già rivela una tecnica che sta a metà tra la dimensione nebbiosa e pulviscolare del Divisionismo e quella vaporosa della Scapigliatura.
In seguito, infatti, Bersani abbandona la tematica strettamente realista e legata al quotidiano per dedicarsi quasi completamente a paesaggi e scene campestri. Alla Biennale di Venezia del 1901 espone Armonia d’autunno, a quella del 1903 Raggi d’amore. Pascolo lontano, Ave, Domanda arrischiata e Gioia intima compaiono alla Mostra Nazionale di Belle Arti di Milano del 1906. In questi anni, ciò che lo contraddistingue è un accentuato studio della luce e l’uso di una tavolozza dai toni chiari e accordati alla perfezione. Nel 1900 sostituisce Mosè Bianchi all’Accademia di Verona, ma lascia il suo incarico dopo soltanto un anno, quando decide di fare ritorno a Milano.
Durante i primi anni del Novecento è anche impegnato nella decorazione di ville e dimore di aristocratici lombardi, soprattutto nella zona di Varese. A Milano decora con pannelli naturalistici l’appartamento del senatore Piero Puricelli, uno dei suoi più importanti collezionisti. Continua comunque ad esporre alle principali rassegne italiane: nel 1907 alla Biennale invia Animali da cortile, all’Esposizione di Firenze Dopo il temporale e Dintorni di Como e infine alla Promotrice di Genova presenta A Spluga, Mucca abbandonata, Bernina e Abitazione del Maloia.
Il trillo delle allodole compare alla Biennale veneziana del 1909, mentre a quelle successive fino al 1914, invia Riflessi, Il tempo non fa giudizio, La casa della balia, Tenerezze materne, El mulin della Linusa, Oggi vacanza. Questi paesaggi, ampissimi e realizzati con tecnica divisionista, anticipano le sue ultime opere Lago triste, Pastore al Po, Paesaggio con contadina e Interno di chiesa. Dipinge fino agli ultimi giorni e muore a Lora, dove si era ritirato negli ultimi tempi, nel 1914, a soli quarantadue anni.
Elena Lago
olio su tela
olio su tela