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Pittore
Mario Giuseppe Bettinelli
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Mario Giuseppe Bettinelli
Mario Bettinelli nasce a Treviglio, vicino Bergamo, nel 1880. Si forma presso la Scuola d’arte e Mestieri Moretto di Brescia, frequentandola per soli due anni. In seguito, decide di perfezionarsi da solo specializzandosi nella realizzazione di ritratti, caricature e dipinti di figura molto graditi all’alta società lombarda del tempo. Esordisce appena ventenne alla mostra dell’Ateneo Bresciano, con una serie di studi e dipinti ad olio, tra cui Testa virile, che viene notato dalla critica.
Il vero primo successo pubblico, però, risale all’Esposizione di Milano per il Traforo del Sempione del 1906, in cui presenta Ritratto di mia sorella, Ritratto di mio padre, Ritorno ed Autunno. In questi anni sperimenta diverse tecniche: il pastello, l’olio, l’acquarello e l’affresco, coniugando un realismo di base ad accenti simbolisti che pervadono opere quali Creature del mare, esposta insieme ad un Autoritratto alla Biennale del 1912. Tragedia umana e Pausa compaiono alla Seconda Esposizione della Federazione Artistica Lombarda del 1918, ma l’esposizione più interessante di Bettinelli risale al 1923.
Presso la Galleria Pesaro, nel 1923, si svolge la prima personale dell’artista che comprende un gruppo di ben centosedici opere. Risalta per la sua perfetta resa chiaroscurale e per la vena fantasiosa ed immaginativa La maschera caricaturale del Maestro Guarneri, ma emergono anche i ritratti di numerosi artisti e letterati, come quello di Rossini, Toscanini, Cerrière, Tolstoj, Zola, Duse e una ironica e acuta Autocaricatura. La vena simbolista e liberty, ma anche una certa tendenza illustrativa, emergono invece in composizioni quali La modella e il fauno, Racconti di fate, Baccanale.
La sua seconda personale si tiene, invece, sette anni dopo, nel 1930, sempre presso la Galleria Pesaro, dove espone settantanove opere tra cui Casolare, Studio di testa, Violoncellista, Bagnanti, Ritratto di un’artista, Eva moderna, Nudo ed una serie di ritratti muliebri che vengono resi attraverso un attento studio delle pose, dell’introspezione psicologica e dell’ambientazione.
Un cromatismo a tratti acceso a tratti brumoso e caratterizzato da un graduale e delicato sfumato rende i ritratti accattivanti alla borghesia del tempo. Compaiono poi paesaggi come L’aratura a Baiardo, Ultime luci sulle Dolomiti, Catapecchie di Ceriana, La notte, Casolari di Canazei, Casolari di Moena, tutti ispirati ai paesaggi montani del Veneto e del Trentino.
Continua a dipingere per tutti gli anni Trenta e Quaranta, realizzando anche un ritratto di Donna Rachele Mussolini e dei suoi figli. Le sue opere sono conservate soprattutto in collezioni private. Muore a Milano nel 1953.
Elena Lago
Il sito viene aggiornato costantemente con opere inedite dei protagonisti della pittura e della scultura tra Ottocento e Novecento.