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Pittore

Guido Boggiani


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Guido Boggiani

( Omegna 1861 -  Paraguay 1902 )

Pittore

    Guido Boggiani

    Quotazioni di Guido Boggiani

    Le opere di medie dimensioni di Guido Boggiani sono stimate intorno ai 5.000 euro, mentre i bozzetti a olio su tela o su tavola intorno ai 1.500 euro.

    Guido Boggiani, pittore etnografo e viaggiatore in sud America, è autore di grandi e ariose tele di paesaggio.  Il record d’asta del 2005 è di 14.000 euro per un’opera di grandi dimensioni ambientata in sud America.

    Le valutazioni sono puramente indicative e dipendono da diversi fattori. Raccomandiamo dunque di inviarci una foto della vostra opera di Boggiani per ricevere una valutazione gratuita e accurata.

    Biografia

    Guido Boggiani, figlio di un proprietario terriero pittore per diletto e nipote di un professore di zoologia all’Università di Torino, cresce tra due stimoli diversi: quello artistico e quello scientifico, che unirà in una particolarissima ricerca. Acquisisce i primi rudimenti di disegno grazie al padre, ma nel 1878 si trasferisce da Omegna a Milano per frequentare l’Accademia di Brera.

    In realtà il suo vero maestro sarà Filippo Carcano, figura fondamentale per la sua carriera artistica. Gli esordi avvengono proprio nel segno del maestro, da cui Boggiani eredita tutta la propensione naturalistica e il realismo dei paesaggi lombardi, quelli del Lago Maggiore e delle Alpi. Impressioni dal vero colte con velocità, con scioltezza della pennellata e con attenzione alle variazioni atmosferiche e luministiche fanno la comparsa a partire dagli anni Ottanta.

    Esordisce, infatti, nel 1881 a Firenze con tre vedute: Il Ponte antico sulla Strona, OmegnaBosco di castagni a Stresa e Dintorni di Stresa, seguite poi da LambroA Roddo Bosco di castagne, presentati a Milano nello stesso anno. Risalgono invece all’Esposizione di Roma del 1883 Una strada del SempioneUna via a Carciano (Lago Maggiore)La cascata del ToceIl raccolto delle castagne e soprattutto All’ombra dei castagni, che ottiene il Premio Principe Umberto. Proprio grazie a questo, Guido Boggiani riesce a trasferirsi a Roma, dove inizia a frequentare l’ambiente di “Cronaca Bizantina”. Vi incontra Gabriele D’Annunzio, con cui stringe amicizia e grazie al quale conosce Francesco Paolo Michetti, con cui si lega immediatamente.

    Spessissimo lo ospiterà nel suo Conventino di Francavilla al Mare, per tutti gli anni Ottanta. Al 1885 risalgono i suggestivi paesaggi RomaStrada di campagna (Tivoli)CampagnaIn estate e Primavera. A Guido Biggiani piace il paesaggio abruzzese e la quiete del Convento, ma alla fine degli anni Ottanta matura il desiderio di partire per l’America Latina, per soddisfare quel bisogno di conoscere il nuovo e l’esotico, sia dal punto di vista scientifico che artistico.

    Un artista viaggiatore: l’America latina

    La prima partenza per l’Argentina risale al 1887, anno in cui partecipa anche all’Esposizione di Venezia con con Gli ulivi a Francavilla a Mare e Villaggio sul Lago Maggiore. Ad ogni modo, giunto a Buenos Aires si sposta poi in Paraguay, per soggiornare qualche tempo ad Asunción.

    Qui frequenta importanti circoli culturali e scientifici, ma ciò che più desidera è avventurarsi nell’impervia foresta del Chaco. Comincia a penetrare tutti i segreti di questo luogo inesplorato, venendo a contatto con gli indigeni Chamacoco: vive con loro, ne studia le usanze, li ritrae in minuziosi disegni e acquarelli, fotografie e diari.

    Si avvicina a loro dal punto di vista antropologico, per poi riordinare tutto il materiale raccolto nel 1893, al suo rientro a Roma. A coronamento di questo primo approfondito studio, pubblica I Ciamacoco e Viaggi d’un artista nell’America Meridionale. I Caduvei.

    Nel 1896 riparte per il Paraguay con l’intenzione di rientrare nella foresta per approfondire ancora di più la vita dei Chamacoco. Questa volta, il suo mezzo di documentazione principale è la macchina fotografica, con cui immortala in ravvicinati ritratti gli indios, con i loro vestiti e amuleti. Tutti questi documenti sono conservati nel museo etnografico Pigorini, insieme al suo diario, le cui ultime pagine risalgono al 1901, data della sua finale spedizione nel Chaco. Il suo corpo è stato trovato un anno dopo, ucciso da una tribù indigena.

    In tutti gli anni passati in Paraguay, Boggiani non smette mai di cogliere impressioni dal vero, con quella modalità attenta alle variazioni luminose e atmosferiche ereditata da Carcano. Lo stesso modo di dipingere, dunque, si riflette anche nei motivi sudamericani, che compaiono alle ultime esposizioni cui partecipa. Ne sono esempio Sponde del Rio ParaguayForesta vergineTerra del FuocoRio Paz.

    Elena Lago

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