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Pietro Gabrini nasce a Roma nel 1856. Studia al seguito di Giuseppe De Sanctis. Ben presto si specializza nella pittura di ispirazione romantica, soprattutto tesa a rappresentare tematiche storico-letterarie ma con una predilezione nei confronti della resa sentimentale. All’Esposizione Nazionale di Belle Arti di Roma del 1883 presenta Dopo la burrasca, mentre Giulietta e Romeo compare sempre a Roma nel 1885. Nel 1892 invia all’Esposizione di Chicago L’approdo di Cristoforo Colombo, dipinto celebrativo che lo rende noto alla critica e al mercato del tempo e che gli procura una medaglia d’oro da parte della giuria.
Particolarmente affezionato alla campagna romana, dalla metà degli anni Ottanta affianca i temi storici ad una più leggera predilezione nei confronti di scene di genere e paesaggi trattati con la tecnica dell’acquarello. Ne diviene un notevole interprete, tanto che negli anni Novanta entra a far parte della Società degli Acquarellisti romani di cui diventa consigliere dal 1910 al 1915, contribuendo in modo importante all’evoluzione del gruppo. Sono gli anni in cui non solo si dedica ai paesaggi e alle scene di genere della campagna romana, ma si adegua anche al gusto imperante del mercatoe europeo ponendo attenzione a tematiche neo pompeiane o orientaliste, come lo dimostrano gli acquarelli come Il venditore di tappeti.
Proprio per la predilezione di paesaggi spesso denotati da note sentimentali e mistiche, nel 1902 espone il dipinto Sera con l’associazione In Arte Libertas. Famoso soprattutto grazie al successo che ottiene alle esposizioni europee, partecipa alla mostra di San Pietroburgo del 1885 con il dipinto di ispirazione letteraria Il racconto del vecchio marinaio. Nel frattempo è molto richiesto da committenti dell’Italia centrale per l’esecuzione di pale d’altare e di soggetti sacri in generale. Realizza infatti diverse opere in Santa Maria delle Grazie e in Santa Maria della Misericordia a San Severino Marche. Continua a dipingere per tutti gli anni Dieci del Novecento e muore nella sua Roma nel 1926.
Elena Lago
acquerello su carta
Firmato in basso a sinistra "P. Gabrini"