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Pittore
Lidio Ajmone
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Lidio Ajmone
Nato in provincia di Vercelli, si trasferì in tenera età con la famiglia a Torino. Nel 1902 si iscrisse all’Accademia Albertina ed inseguito frequentò lo studio di Vittorio Cavalleri. Si specializzò nel paesaggio con una notevole libertà tecnica e cromatica. Durante la prima guerra mondiale, si arruolò tra gli Alpini e ne divenne capitano, mentre nel 1925 soggiornò per diversi mesi in Somalia, divenendo pittore ufficiale del governatore Cesare Maria De Vecchi. In questo periodo realizzò una serie di opere dallo spiccato carattere esotico, poi esposte a Torino nel 1928, al suo rientro in Italia.
Successivamente, invece, si recò a Rodi, sempre al seguito del governatore, fin quando, colpito da una malattia nel 1941, fu costretto a rientrare per sempre in Italia. Il viaggio a Rodi fu ricco di suggestioni e impressioni che Ajmone cercò di trasmettere nelle sue tele. Ne sono esempio Rodi-Vecchia strada, I fiori e il mare di Rodi, Rodi-Porta d’Amboise, esposti a Torino nel 1938. A causa della malattia che lo accompagnò fino alla morte, si stabilì nella sua casa nei pressi di Torino e vi rimase fino alla fine dei suoi giorni. Morì ad Andezeno nel settembre del 1945.
Abile paesaggista, si espresse molto bene anche nel ritratto: conosciuti sono i suoi ritratti di personaggi piemontesi. Espose alla Promotrice di Torino nel 1929 i paesaggi Mercato della Verdura presso il Ponte di Rialto e Le roselline dell’Eridano, a quella del 1930 Spiaggetta a Baveno, Riflessi, La fontana, La chiesa d’Antognod. Nel 1933, invece espose a Firenze Portofino e San Fruttuoso, i suoi cari paesaggi della costa ligure, a cui fu fortemente affezionato.
Di lui si ricordano ancora: Piccolo porto, La strada coperta, Case di Liguria, esposti nel 1933 a Torino, ma anche Alta Valle di Gressoney-Ritorno dall’escursione, risalente all’anno successivo. Si trova testimonianza dei numerosi viaggi compiuti in giovane età (soprattutto a Roma) dai dipinti che ne sono scaturiti, come ad esempio La vetta del Monte Bianco, Visita archeologica-Foro romano, Sole d’inverno a Villa Borghese.
Ma rimangono quelli piemontesi i paesaggi che più rappresentano la produzione artistica di Ajmone, basta ricordare vedute come La fontana del castello-Issogne, Crepuscolo sul Lago-Lago Maggiore, A Messa grande-Baveno. Un vivace cromatismo di matrice impressionista pervade tutte le sue opere, anche i ritratti. Immediatezza dell’impressione, grande luminosità e attenzione al dettaglio folklorico dei luoghi in cui si trova, caratterizza tanto le opere piemontesi quanto quelle realizzate in Somalia o a Rodi.
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