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Pittore

Carlo Corsi


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Carlo Corsi

( Nizza (Francia) 1879 - Bologna 1966 )

Pittore

    Carlo Corsi

    Carlo Corsi nasce a Nizza nel 1879. Trasferitosi a Bologna, vi frequenta lo studio di Alessandro Scorzoni, avviandosi allo studio della pittura. Dal 1902 al 1906 si sposta a Torino per frequentare l’Accademia Albertina al seguito di Giacomo Grosso. Nel 1907 compie un viaggio di studio in Olanda, dove subisce il fascino di Vermeer, poi passa per Bruxelles ed infine per Parigi, dove studia attentamente la collezione del Louvre.

    Il suo esordio avviene nel 1909 all’Esposizione Nazionale di Rimini, in cui presenta due Ritratti e Rosa su Bianco, un dipinto di composizione che svela la sua iniziale predilezione per i toni tenui e per una pennellata libera e basata sugli stilemi del post impressionismo.

    Alla Biennale di Venezia del 1912 espone un Ritratto, mentre alla Secessione romana del 1913 Attesa. Il suo è uno stile tutto incentrato sulla ricerca degli accordi cromatici, ma anche su una pittura lontana da schemi precisi, nettamente anticonformista. Un disegno ampio ed espressionista caratterizza tutta la sua fase matura, soprattutto quando alla Secessione romana del 1914 invia Tango.

    Alla Biennale veneziana dello stesso anno, si presenta con Forse, mentre alla Secessione del 1915 invia ben sei opere: AmicheGolf rossoMacchie di soleNel boscoSosta e Ritorno. L’anno successivo, sempre nella stessa rassegna espone Due figurePosto vuotoSovrapposizione e All’aperto.

    Dopo gli anni della guerra continua a compiere studi sulla luce e su particolari effetti cromatici. La pennellata si fa più carica di colore, espressiva, graffiante. Alla Biennale del 1920 espone un Interno e il dipinto Ripresa, ma il vero e proprio successo di critica giunge alla Fiorentina Primaverile del 1922, dove invia A tavolaIn giardinoInternoProfilo e Viola scuro.

    Si avvicina sempre di più al colore di Matisse e ad un accurato studio della luce che conferisce ai corpi una presenza e una fisicità delicate ma allo stesso tempo significative. Lontano dai ritorni all’ordine, espone comunque alle mostre del Sindacato fascista, senza ottenere troppa attenzione. Nel 1940 espone Figura e Spiaggia, mentre nel 1941 al Premio Bergamo Due figure e Nuda, con cui vince un premio per gli esordienti, segno del fatto che Novecento aveva completamente oscurato la sua produzione.

    Nel secondo dopoguerra si avvicina sorprendentemente all’informale, realizzando collages ma anche una serie di tempere dal profilo astratto. Solo negli anni Sessanta ritorna al figurativo, con un gruppo di Marine incentrate ancora sulla consueta ricerca luministica e cromatica. Muore a Bologna nel 1966. Due anni prima, presso il Museo Civico della città, era stata organizzata da Francesco Arcangeli una sua antologica.

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