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Pittore
Noè Bordignon
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Noè Bordignon
Noè Bordignon
Dopo la formazione a Venezia con C.Blaas vinse il pensionato romano dove assorbì la lezione del purismo derivato dai nazareni. Qui inoltre apprese quello che era considerato il vero segno distintivo del linguaggio romano: la tecnica dell’affresco. Spostatosi a Firenze si avvicinò alle esperienze realiste dei toscani senza lasciarsi convincere troppo.
Parallelamente alla sua intensa attività di decoratore ad affresco si trasferì a Venezia, aprendo uno studio a Ca’ Rezzonico, e specializzandosi nella scena di genere ispirata alla vita popolare veneta con una tavolozza dai colori accesi sulla scia di G.Favretto. Il successo cominciò a scemare con il finire del secolo: La pappa al fogo e Interno della chiesa dei Frari vengono rifiutate alla Biennale di Venezia del 1895.
La premiazione successiva delle due opere rispettivamente a Parigi e a Liverpool testimonia l’alto livello qualitativo raggiunto dal pittore. Tra le opere inviate alle esposizioni ricordiamo: Santa Maria del Popolo, Santa Prassede in Roma, Fanciulla sulle rive del Sile, Alla fontana, Sui colli tuscolani, Tomba di Vittorio Emanuele II al Pantheon, Donna nella chiesa d’Aracoeli, Fanciulle che cantano nella valle, Per la cresima, Un cortile in Venezia, Lucrezia degli Obizzi, La pace dei monti, Una modella, Due compaesani di Canova, Prime carezze, Senza sapere, Buco nuovo, Tanti tacconi, Un’ora di riposo, La matassa, Ragazza in chiesa, Intanto il Pater noster, Scarpette nuove, Fiori e dolci parole.
