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Pittore

Aldo Carpi


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Aldo Carpi

( Milano 1886 - 1973 )

Pittore

    Aldo Carpi

    Aldo Carpi nasce a Milano nel 1886. Si forma prima nello studio milanese del pittore e decoratore Stefano Bersani e successivamente frequenta l’Accademia di Brera, sotto la guida di Cesare Tallone e Achille Cattaneo. Dopo essersi diplomato nel 1910, esordisce ventiseienne alla Biennale di Venezia, con Il Battesimo, dipinto che gli fa ottenere la medaglia d’oro.

    Un esordio felice, tra Impressionismo e cromatismo Nabis

    In questa fase, ancora viva è l’eredita della pittura tardo ottocentesca appresa da Tallone, ma già si scorgono nel giovane pittore accenni ad un’interpretazione formale e cromatica che risente delle novità secessioniste europee. La figura di Cristo è come un’apparizione diafana eseguita con un colorismo bidimensionale e di matrice Nabis, mentre tutto il resto della composizione risponde ancora a una pennellata di impianto impressionista.

    L’intento intimo e mistico di questo primo dipinto segna anche la produzione successiva. Alla Biennale di Venezia del 1914 espone Dopo cena e La sera, due opere in cui la stesura à plat del colore colpisce particolarmente la giuria per l’efficace capacità di sintesi e per la brillantezza cromatica. Dopo cena è stato poi acquistato dalla Galleria d’Arte Moderna di palazzo Pitti a Firenze. Come scrive Giulio Ulisse Arata nella presentazione alla personale della Galleria Pesaro del 1920, «Il misticismo del Carpi, che fin dall’inizio lo aveva trasportato verso rappresentazioni immaginarie […] trovò modo di svilupparsi durante la guerra; e la sua immaginazione, a contatto di avvenimenti quali raramente capita di vedere nell’andazzo consuetudinario della vita, doveva incontrare rapporti diretti con quella tragica realtà che ancora gli era ignota».

    Nella serie di litografie e dipinti dal titolo Serbia eroica, conservati a Roma presso il Museo del Risorgimento, Aldo Carpi narra l’eroica e tragica ritirata dell’esercito serbo sulle coste dell’Adriatico. Esposto alla Biennale di Venezia del 1920, questo ciclo illustrato gli garantisce la medaglia d’oro del Ministero dell’Istruzione. In questa serie, è ancora molto viva l’interpretazione espressionista e sintetica delle angosce vicende umane, perfettamente colte, ancora, dalle parole di Arata, che scrive «La sofferenza fisica, la desolazione senza conforto, la ferocia mal repressa, la spettrale metamorfosi dei lineamenti umani, l’agonia straziante sono […] uno dei documenti più impressionanti di tutta la storia della guerra ed una delle raccolte più significative di tutta la produzione del genere, nostrana e straniera».

    Le esposizioni alla Galleria Pesaro: intimismi e volumetrie novecentiste

    Dopo a guerra e il matrimonio con Maria Arpesani, inizia il felice rapporto con Lino Pesaro, nella cui Galleria milanese esporrà diverse volte nel corso degli anni, proprio a partire dal 1920. Tra le ottanta opere esposte, vi sono espressioni di un simbolismo personale ed evocativo, come Crocefissione, Primavera francescana, Adamo ed Eva, Per i prati, San Francesco, I re Magi e molti altri soggetti religiosi che mostrano la fondamentale suggestione lirica e mistica tipica del pittore.

    Ma già due anni dopo, alla Fiorentina Primaverile, si notano i primi accenni di cambiamento. Aldo Carpi, infatti, sembra concentrarsi maggiormente sull’intimità familiare, su ritratti sereni e riflessivi, caratterizzati da una maggiore pienezza volumetrica che risponde alle istanze di Novecento. Il bimbo e il merlo, Fiorenzo ha mangiato e Al mare riflettono questo sviluppo, che si accompagna anche ad un’altra riflessione tematica, quella della maschera.

    Ad ogni modo, l’intimismo aggraziato e magico degli anni Venti ben si scopre nelle opere esposte nella sua seconda personale alla Galleria Pesaro. Ritratto di giovane signora, Ritratto di donna F. Carpi de Ferrari, Cardinal Maffi e le numerose marine luminose, eseguite in Liguria, sono i dipinti che contribuiscono a dare maggiore sicurezza formale alla produzione di Aldo Carpi.

    Il riferimento all’antico e l’espressione personale e raccolta continua a fare da sostrato ad ogni opere, come La sposa della Biennale del 1926. Tre anni dopo, tiene la terza personale alla Galleria Pesaro: Maschera femminile, Autoritratto, Bimbo addormentato nello studio e Aurora uniscono, ancora una volta un delicatissimo sentimento mistico e religioso ad un cromatismo sempre più costruttivo e volumetrico, che continua a svilupparsi per tutti gli anni Trenta, segnati dalle partecipazioni alla Biennali Veneziane e alle Quadriennali romane. L’ultima personale alla Pesaro risale al 1933: vi espone Marina, Partenza per Parigi, La mia famiglia e Ritratto di donna Rosy Fornaciari.

    Elena Lago

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    Opere di Aldo Carpi


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