Sei interessato alla VENDITA o all' ACQUISTO di sue opere?
Nasce a Pesaro nel 1825 e ben presto viene avviato allo studio del disegno presso l’incisore pesarese Samuel Jesi. Il 1844 è l’anno del trasferimento a Firenze: D’Ancona si iscrive all’Accademia di Belle Arti ed ha come insegnante di pittura Giuseppe Bezzuoli, che lo introduce alla pittura di storia di stampo classico. Esordisce all’Esposizione fiorentina del 1846 con lo studio dal vero La preghiera, ma negli anni successivi si dimostra soprattutto interessato ai temi letterari e storici, sempre trattati in modo innovativo, con una grandissima attenzione al vero.
Non è un caso che sia tra i primi ad introdurre al Caffè Michelangelo tesi e discorsi politici e critici che provengono dal Positivismo francese: legge Proudhon e Zola e li trasmette ai frequentatori del Caffè, tra cui Telemaco Signorini che conosce nel 1855. Intanto, nel 1853 espone a Torino il dipinto storico Lorenzo il Magnifico si confessa a Fra Girolamo Savonarola, specificando che si tratta di due figure prese dal vero ed inserite in un contesto rinascimentale. Il 1856 lo vede affrontare un viaggio di studio a Venezia insieme a Signorini. È una tappa fondamentale e stimolante, poiché vi conoscono Giuseppe Abbati e Frederick Leighton e soprattutto vi studiano le opere del Cinquecento e del Settecento veneziano, frequentando musei e chiese. Nel 1857 espone a Firenze Il ritorno dal ballo, un dipinto che si discosta dalla ricerca storica per addentrarsi nella narrazione libera e sciolta della vita contemporanea.
Ciononostante, D’Ancona ancora non abbandona i temi storici e letterari e ne sono dimostrazione le opere presentate all’Esposizione Nazionale di Firenze del 1861, Era già l’ora che volge il disio… e Dante Alighieri che s’incontra con Beatrice. La pensierosa e Signora in giardino suono i due dipinti che invece più segnano la partecipazione di Vito D’Ancona alle istanze macchiaiole. Così, anche nel dipinto di storia L’esilio di Giano della Bella presentato nel 1864, l’artista inserisce le sue indagini cromatiche e luministiche coniugandole con una tematica tutt’altro che contemporanea. Il vero ormai è uno dei presupposti dell’operato di D’Ancona, concentrato sull’osservazione nitida della realtà e sulla modulazione della pennellata, realizzata con macchie di pura luce.
Nel 1865 espone a Genova Costume delle donne a Venezia, quando è in viaggio per Parigi, città in cui decide di trasferirsi per raggiungere il fratello Giacomo. Qui si dedica con intensità a piccoli studi e a dipinti incentrati sull’intimità quotidiana, come La finestra sul pomaio e Signora in conversazione, ma anche Nudo, tela che dà l’avvio ad una serie di soggetti simili, cui si dedica per tutti gli anni Settanta. Prima di tornare in Italia nel 1874, compie un viaggio a Londra, e poi nel 1875 espone a Firenze In attesta dell’artista. Nel frattempo si ammala, ma continua a dipingere e a far divenire il suo studio fiorentino uno dei salotti culturali più importanti della città, dopo l’Unità d’Italia.
Nel 1877 espone Un cappuccino, nel 1877 a Napoli A porte chiuse – figura di donna nuda. Ma tratta anche il paesaggio toscano, con sincerità e una rinnovata austerità cromatica e compositiva, realizzando opere come Corsa alle Cascine, Cipressi, Ciociara, Fioraia, Portico della Villa Diego Martelli a Castiglioncello. Purtroppo, alla fine degli anni Settanta la sua malattia si aggrava e lo porta alla morte nel 1884, nella sua Firenze.
Elena Lago
olio su tela