Hai cercato

Scultore

Arturo Dazzi


Sei interessato alla vendita o all'acquisto delle sue opere?

Acquistiamo opere di questo artista

e di altri pittori e scultori dal XVI secolo sino alla prima metà del XX secolo

La galleria Berardi offre un servizio gratuito e senza impegno di valutazione di opere di arte antiche e moderne. Per orientarsi nel mercato dell'arte, assai complesso e pieno di sfumature, è meglio affidarsi ad un consulente professionista che sappia rispondere in maniera veloce e concreta alle tue esigenze. La chiarezza delle risposte risolverà in maniera efficace la necessità di stimare o mettere in vendita un bene.

Contattaci immediatamente senza impegno

Risposte anche in 24 ore:

Telefono

06.97.606.127

Whatsapp

347.783.5083

Arturo Dazzi

( Carrara 1881 - Forte dei Marmi 1966 )

Scultore

    Arturo Dazzi

    Arturo Dazzi nasce a Carrara nel 1881, suo padre è proprietario di una cava di marmo, e alla sua morte decide di lavorare nella bottega di uno zio scalpellino, approcciandosi per la prima volta all’arte della scultura. Vengono notate subito le sue doti di modellatore e quindi con il sostegno della famiglia si iscrive nel 1892 all’Accademia di Belle Arti di Carrara. 

    Dallo studio dell’arte antica alle questioni sociali

    È allievo dell’artista siciliano Lio Gangeri e si specializza naturalmente nel trattamento del marmo, ispirandosi in particolar modo alla scultura antica e rinascimentale. Studia in maniera approfondita l’anatomia classica del corpo, ma presta una singolare attenzione alla realtà, ai dettagli che la compongono, soprattutto nella realizzazione di opere che riguardano il mondo del lavoro e le tematiche sociali.

    Nel 1904 grazie alla vincita del pensionato triennale si trasferisce a Roma e continua la realizzazione di opere che esaltano il lavoro e lo sforzo muscolare provocato da esso. Queste opere sono pervase da un tono drammatico e sono frutto dello studio delle opere dell’artista francese Constantin Meunier. Esempi di questa produzione sono Lavoratori delle Alpi Apuane o I costruttori.

    Nel 1906 partecipa all’Esposizione di Milano con il gruppo in gesso Alla porta dell’ospedale. Vince poi un altro concorso nel 1909, e partecipa alla decorazione del fregio per l’Altare della Patria. Ottiene il favore della critica quando esegue la statua del Cardinal De Luca per il Palazzo di Giustizia di Roma, sorprendendo per la sua capacità di unire elementi classici ad una plasticità moderna.

    La seduzione liberty e secessionista

    Negli anni Dieci l’artista subisce il fascino degli stilemi secessionisti e liberty che riesce sempre a coniugare al modellato classico. Nel 1912 prende parte alla sua prima Biennale di Venezia con Ritratto della signorina Adriana Ceci e Cristo; nel 1914 partecipa all’edizione successiva con Ritratto della Contessina Mary Jeanne De Bertaux, Fontana, La pietà e Il carro della Vittoria; e nello stesso anno è presente anche alla Secessione romana con Ritratto della Signora Borghese. In queste opere è già visibile l’afflato liberty e secessionista che anima i personaggi: forme allungante e raffinate, arricchite da un’elegante e raffinato decorativismo. L’artista sarà presente anche alle successive due edizioni della Secessione per poi fermarsi a causa dello scoppio della Grande guerra.

    Il sostegno del ritorno all’ordine

    Riprende ad esporre a rassegne nazionali nel 1920 alla Biennale di Venezia con Serafina, e nel 1922 partecipa alla Fiorentina Primaverile con Monumento al ferroviere. Nel dopoguerra l’artista si avvicina sempre di più alle considerazioni del ritorno all’ordine, sostenendo quella ripresa all’antico che aveva sempre abbracciato. Si unisce quindi al Gruppo Novecento ed espone con i membri nel 1926. 

    In questi anni dedica gran parte della sua attività all’esecuzione di monumenti celebrativi, che hanno trovato posto in numerose piazze italiane come Ancona, Crema e Genova. La semplificazione arcaizzante si fa ancora più solenne in accordo con il monumentalismo fascista, mentre nelle opere private utilizza un’espressione più delicata.

    La scultura animalier e la produzione pittorica

    Negli anni Venti lo scultore volge il suo interesse anche alla scultura animalier che rende con estremo naturalismo. Alla Biennale di Venezia del 1926, tra le undici opere che presenta, appaiono Cane lupo e Vitellino; mentre alla Sindacale fascista del 1929 organizzata a Roma espone Cavallino, Cavalla, Mula, Mucca e Bove.

    Partecipa ad alcune rassegne anche con opere pittoriche come Mezzogiorno esposta alla Biennale di Venezia del 1932, e Sul fiume Versilia ed Estate presentate alla Quadriennale di Roma del 1935.

    Tra le ultime grandi imprese che realizza c’è la stele celebrativa dedicata a Guglielmo Marconi, commissionata dallo stesso Mussolini, che non viene però completata, a causa delle vicende storiche, se non nel 1956 su incarico diretto della famiglia Marconi.

    Si trasferisce poi a Forte dei Marmi dove trascorre gli ultimi anni fino al 1966, quando scompare ad ottantacinque anni.

     

    LEGGI TUTTO

    acquisto opere artisti e stima pittura e scultura

    Opere di Arturo Dazzi


    Altri artisti che potrebbero interessarti

    Iscriviti alla newsletter per ricevere le mostre in preparazione e le nuove acquisizioni!

    Il sito viene aggiornato costantemente con opere inedite dei protagonisti della pittura e della scultura tra Ottocento e Novecento.

    Example
    © Copyright Berardi Galleria d'Arte S.r.l.