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Pittore

Carlo Bocca


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Carlo Bocca

( Vigevano 1901 - 1991 )

Pittore

    Carlo Bocca

    Carlo Bocca nasce a Vigevano nel 1901. Viene introdotto alla pratica artistica da suo padre Luigi, pittore e decoratore che affianca nella decorazione del Santuario della Madonna di Pompei di Vigevano, insieme a Casimiro Ottone. Intorno al 1917, il giovane si trasferisce a Milano per studiare presso l’Accademia di Brera, seguendo le orme paterne.

    In seguito, frequenta il corso di nudo di Ambrogio Alciati, tappa fondamentale della sua formazione milanese, che lo introduce al suo genere prediletto, il ritratto. Le prime opere sono caratterizzate da un chiaro riferimento ai modelli di Alciati, soprattutto nell’uso di un cromatismo evanescente e di una tavolozza dai toni scuri.

    Un naturalismo equilibrato e solido

    In un secondo momento, con l’avvicinarsi degli anni Venti e, coinvolto dall’equilibrato plasticismo novecentista, Carlo Bocca adotta chiarezza compositiva e un armonioso formalismo, accompagnati da una stesura chiara e luminosa del colore. Esordisce alla Promotrice di Genova del 1919, per poi continuare ad esporre a Torino e a Brera, fino a giungere alla Biennale di Venezia del 1930.

    È proprio in questa specifica occasione che il pittore di Vigevano ha modo di comunicare, attraverso quella che si può considerare la sua opera più riuscita, la sua migliore qualità pittorica. Infatti, il ritratto Contadina calabrese, non solo è il dipinto che decreta il suo successo, ma che racchiude un solido equilibrio formale consegnato dal valore plastico del colore e dalla resa sentita del volto impassibile e senza tempo della donna calabrese in abiti tradizionali.

    L’anno successivo, sulla scia di questo primo successo, viene incaricato di eseguire il ritratto, oggi conservato all’Ospedale Maggiore di Milano, di Antonio Jorini, ingegnere, insegnante al Politecnico e membro dell’Istituto Lombardo di Scienze, Lettere e Arti. In quest’opera ritorna la volontà di aderire al linguaggio solido e misurato del ritorno all’ordine, con una forte attenzione alla resa fisiognomica e introspettiva del personaggio rappresentato.

    Per qualche tempo, tra gli anni Trenta e Quaranta, l’attività pittorica di Carlo Bocca si arresta, per lasciare il passo alla passione cinematografica, che lo spinge a trasferirsi alcuni anni in America, per lavorare a diversi progetti, poi brevettati, sul cinema a colori. Collabora con l’Istituto di Chimica e Fisica dell’Università di Padova, per portare avanti la sua ricerca, poi conclusasi a New York alla fine degli anni Trenta.

    Rientrato in Italia nel 1940, non si stabilisce a Milano a causa dello scoppio della guerra, ma ritorna nella quiete serena della sua Vigevano, dedicandosi, lontano dalle esposizioni, alla natura morta e al paesaggio. Muore nella sua città nel 1991.

    Elena Lago

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    Opere di Carlo Bocca


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