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Adolfo De Carolis


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Adolfo De Carolis

( Montefiore dell'Aso (Ascoli Piceno) 1874 - Roma 1928 )

Pittore

    Adolfo De Carolis

    Quotazioni di Adolfo De Carolis

    Le opere di gusto simbolista di Adolfo De Carolis sono quotate tra i 2.500 euro e i 6.500 euro, sia ad olio che a tecnica mista su carta. Le opere eseguite a inizio Novecento, con chiare suggestioni preraffaellite e di grande qualità possono anche superare i 20.000 euro. Il record d’asta del 2000 di 38.874 è per un trittico di tre metri con una allegoria del mare. Le incisioni sono apprezzate sul mercato e sono quotate tra i 100 euro e gli 800 euro.

    Queste quotazioni sono solo indicative e si raccomanda di inviarci una foto per una stima precisa e gratuita della vostra opera di Adolfo De Carolis.

    Biografia

    Adolfo De Carolis nasce a Montefiore Dell’Aso, nei pressi di Ascoli Piceno, nel 1874. Si forma inizialmente all’Accademia di Bologna, seguendo i corsi di Domenico Ferri, ma, ottenuta una borsa di studio nel 1892, si trasferisce a Roma, per frequentare la Scuola di decorazione pittorica presso il Museo Artistico Industriale.

    È qui che, studiando sotto la guida di Alessandro Morani, si avvicina alla poetica simbolista e alla cerchia di pittori riuniti nell’Associazione In Arte Libertas. Stringe una profonda amicizia con Nino Costa, di cui è allievo, e con Angelo Conti, l’animatore di “Cronaca Bizantina” conosciuto con lo pseudonimo di Doctor Mysticus, che lo introduce a letture decadentiste e all’estetismo europeo. Si avvicina così alla poetica dei preraffaelliti e al gusto simbolista, dando vita ad opere quali Primavera e Narcissus poeticus.

    Nel frattempo, decora insieme al maestro Alessandro Morani il Villino Morani e Villa Blanc a Roma, mentre da solo si occupa della decorazione di Villa Brancadoro a San Benedetto del Tronto. È ormai inoltrato in una poetica che si rifà completamente ai valori di Arts and Crafts dell’inglese William Morris, dando una grande importanza alle arti applicate e alla loro valenza estetica.

    Nel 1899 partecipa alla Biennale di Venezia con La donna della fontana, esponendo nella sala di In Arte Libertas. Nel corso degli anni, non è impegnato soltanto nella pittura e nella decorazione, ma anche in una vasta produzione xilografica, con opere che espone anche alle Biennali veneziane.

    Quando dal 1901 insegna ornato all’Accademia fioretina, fa la conoscenza di Gabriele D’Annunzio e realizza per lui nel 1902 le illustrazioni per la Francesca da Rimini. Intanto nel 1901 espone a Firenze I Monti della SibillaLa Maiella e Studio di un ritratto, mentre alla Biennale presenta Concerto, oggi nella collezione Musia di Ovidio Jacorossi, e chiaramente ispirato alle istanze preraffaellite e rinascimentali.

    Nel 1903, sempre alla Biennale, espone l’evocativo dipinto Verba amatoris ad pictorem e nel frattempo illustra I Canti di Castelvecchio e Myricae per Giovanni Pascoli, ormai completamente addentrato nel clima letterario decadentista italiano. Collabora a diverse riviste come “Leonardo”, “Ebe” ed “Hermes” e realizza le illustrazioni per La figlia di Jorio di D’Annunzio, poi per le Laudi e le scenografie di Fedra.

    Mentre continua ad esporre alla Biennale di Venezia opere come Le castalidi, si dedica con fervore all’attività decorativa, fino a quando, nel 1907 gli giunge uno degli incarichi più importanti, la decorazione a fresco della Sala del Consiglio Provinciale di Ascoli.

    Le tematiche sono quelle mitologiche, presentate da De Carolis con vigore quasi michelangiolesco unito alla poetica liberty: il grande lavoro eseguito nelle Marche gli procura poi la committenza della decorazione del Palazzo del Podestà a Bologna. Un’imponente opera di ornato che non vedrà conclusa, perché durata moltissimi anni.

    Nel 1912 fonda la “Corporazione degli xilografi” e nel 1914 espone alla Biennale di Venezia Sull’AdriaticoLe roseTellusMemmoneL’eroica e Donne sul lido. Continua la sua attività di illustratore e nel frattempo passa dall’Accademia di Firenze a quella di Bologna, per poi insegnare Scenografia a Roma dal 1922 al 1928.

    Collabora con la Zanichelli per l’illustrazione del volume Poeti greci e continua ad occuparsi di una lunga serie di decorazioni di edifici, come quella dell’Aula Magna dell’Università di Pisa. Muore a Roma nel 1928.

    Elena Lago

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