Hai cercato

Pittore

Antonio Mancini


Sei interessato alla vendita o all'acquisto delle sue opere?

Acquistiamo opere di questo artista

e di altri pittori e scultori dal XVI secolo sino alla prima metà del XX secolo

La galleria Berardi offre un servizio gratuito e senza impegno di valutazione di opere di arte antiche e moderne. Per orientarsi nel mercato dell'arte, assai complesso e pieno di sfumature, è meglio affidarsi ad un consulente professionista che sappia rispondere in maniera veloce e concreta alle tue esigenze. La chiarezza delle risposte risolverà in maniera efficace la necessità di stimare o mettere in vendita un bene.

Contattaci immediatamente senza impegno

Risposte anche in 24 ore:

Telefono

06.97.606.127

Whatsapp

347.783.5083

Antonio Mancini

( Roma 1852 - 1930 )

Pittore

    Antonio Mancini

    Quotazioni di Antonio Mancini

    Le opere eseguite da Antonio Mancini nella fase giovanile – fino al 1873 –  sono quotate tra i 14.000 euro e i 40.000 euro. Quelle del periodo successivo al soggiorno parigino del 1875 superano anche i 50.000 euro se di grande qualità. La produzione del periodo romano (dal 1883 al 1907) ha stime tra i 9.000 euro e i 20.000 euro e oltre per i capolavori. La produzione tarda, invece, è meno apprezzata e può scendere anche a 6.000 euro per le opere meno impegnative. Tra i 3.000 euro e gli 8.000 euro si posizionano i pastelli, mentre i disegni tra i 700 euro e i 1.500 euro. I dipinti su ceramica sono stimabili intorno ai 1.000 euro.

    La produzione pittorica di Antonio Mancini è molto vasta e varia e quindi la sua valutazione dipende da molteplici fattori quali il soggetto, il supporto, le dimensioni e la datazione. Raccomandiamo di inviarci le foto della vostra opera per avere una stima accurata e gratuita.

    Biografia

    Antonio Mancini, nato a Roma nel 1852, passa l’infanzia tra Terni e Narni, presso i padri Scolopi. Segue la famiglia a Napoli nel 1865 e si iscrive molto precocemente all’Istituto di Belle Arti, dove conosce e si lega allo scultore coetaneo Vincenzo Gemito (1852-1929). Allievi nella bottega di Stanislao Lista (1824-1908), iniziano entrambi a disegnare dal vero e a copiare dall’antico. Contemporaneamente, Mancini viene incoraggiato da Domenico Morelli (1823-1901), titolare della cattedra di Pittura in Accademia, ad interessarsi al Seicento napoletano e a indirizzarsi verso una pittura dai toni fortemente antiaccademici, come si nota da Lo scugnizzo.

    Con Mio padre esordisce alla Promotrice di Napoli nel 1870, anno in cui si stabilisce, insieme a Gemito e altri artisti, nell’ex monastero di Sant’Andrea delle Dame. L’ultima medicina e Per un fiore compaiono alla Promotrice del 1871. Notato dal conte e collezionista francese Albert Cahen, comincia a ricevere i primi incarichi privati da quello che diventerà il suo personale mecenate. Scugnizzi, ragazze povere, ultimi e diseredati sono i principali soggetti della prima produzione di Antonio Mancini, che, lontano da qualsiasi intento aneddotico, utilizza una tavolozza concentrata prevalentemente su tonalità scure di matrice seicentesca. Incoraggiato da Cahen, negli anni Settanta, espone ai Salon parigini, dove ottiene un immediato successo di pubblico e di critica. Conosce Mariano Fortuny nel 1874 e nonostante questo sia l’anno della sua morte, nei suoi ultimi soggiorni a Portici, insieme a Francesco Paolo Michetti (1851-1929) ed Edoardo Dalbono (1841-1915) riesce a trasmettere a Mancini alcuni valori cromatici e luministici nuovi: Il saltimbanco dopo lo spettacolo è l’opera che segna il cambiamento stilistico dell’autore. Tra raffinatezza esecutiva, tocco veloce e qualità impeccabile, la luce emerge dall’oscurità e colpisce il mercate parigino Adolphe Goupil, che offre subito un contratto all’artista.

    Nel 1878 vive per un periodo a Parigi con l’amico Gemito, ma i primi accenni della malattia mentale lo riconducono ben presto a Napoli. In questa fase, passa molto tempo nel manicomio di Napoli a partire dal 1881. Ma non smette mai di dipingere: è il momento dei “ritratti della follia”, autorappresentazioni intensissime e allucinate. Ripresosi, partecipa alla Mostra Nazionale di Roma del 1883 e si trasferisce proprio nella Capitale, dove attira l’attenzione del marchese Capranica del Grillo, suo nuovo mecenate e affezionato protettore, che gli procura molti contatti tra i collezionisti americani ed europei. Attivissimo a livello espositivo, partecipa alla Mostra nazionale di Venezia del 1887 e poi alla Biennale, dove è presente dalla prima del 1895 a quella del 1930.

    Si succedono anche le mostre personali e i trionfi connessi anche ai suoi diversi soggiorni londinesi dei primi anni del Novecento. Sottoscrive contratti con importanti mercanti, tra cui Messinger e Du Chene de Vere per i quali esegue tele di grandi dimensioni. Nonostante sia vincolato alla creazione di scene neo settecentesche, leggeri soggetti di genere e ritratti femminili, sfoggia una tecnica brillante e sintetica, in cui spesso la pittura risulta materica. Ottiene definitiva consacrazione alla Biennale del 1920, dove tiene una personale, seguita da quella alla Galleria Pesaro di Milano del 1925. Continua a dipingere ed esporre per tutti gli anni Venti, mentre abita a Roma nella casa dei nipoti, dove muore nel 1930.

    Elena Lago

     

    LEGGI TUTTO

    acquisto opere artisti e stima pittura e scultura

    Opere di Antonio Mancini


    Altri artisti che potrebbero interessarti

    Iscriviti alla newsletter per ricevere le mostre in preparazione e le nuove acquisizioni!

    Il sito viene aggiornato costantemente con opere inedite dei protagonisti della pittura e della scultura tra Ottocento e Novecento.

    Example
    © Copyright Berardi Galleria d'Arte S.r.l.