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Pittore
Eleuterio Pagliano
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Eleuterio Pagliano
Pittore piemontese, è nato in Casal Monferrato il 2 maggio 1826. A Milano studiò all’Accademia di Brera fino al 1848, nel qual anno si arruolò nei bersaglieri di Manara e prese parte alla difesa di Roma. Nel 1861 riprese la tavolozza e condusse a termine molti lavori encomiati e premiati, segnalandosi specialmente per la forza di colorito e per la innovazione delle antiche scuole. Nel 1859 si arruolò nuovamente nelle schiere garibaldine, e guadagnò la medaglia al valore militare.
Ritornato all’arte trattò quadri di soggetto militare, facendosi molto onore fra gli altri con la “Presa del cimitero di Solferino”. Nel 1872, ebbe l’onore di vedersi acquistare dal Kedive d’Egitto il suo quadro “Maramaldo”, di soggetto patriottico, che menò tanto rumore, e che fu premiato col premio governativo, rilasciato per l’Esposizione di Milano.
Fu premiato pure per pregevoli lavori all’Esposizione di Parma, e di Parigi 1867, e con medaglia d’oro a quella di Berlino; vinse il premio Breme a Torino; si segnalò pure con acquerelli ed affreschi. Fra i suoi lavori più rinomati citiamo: “La Ragione di Stato”; “Il divorzio di Napoleone I”; “Il Tintoretto che ritratta la figlia morta”; “L’inventario”; “La lezione di geografia”; “San Luigi”, acquistato da S. M. Carlo Alberto, ed il gran quadro “Il passaggio del Ticino nel 1859”, eseguito per commissione del signor Antonio Traversi di Verona.
Dipinse pure quei due grandi quadri a tempera, che sono nella sala d’aspetto della 1° classe nella stazione di Milano, nonchè i velari dei teatri di Como e Verona. Molti sovrani lo decorarono di ordini cavallereschi; il Pagliano è ufficiale della Corona d’Italia, cavaliere dei SS. Maurizio e Lazzaro, cavaliere di Leopoldo del Belgio, cavaliere della Legion d’Onore e commendatore del Megidiè d’Egitto.
Oltre ai già citati premii ebbe la medaglia all’Esposizione di Parma, il premio Breme a Torino, ed a Parigi, nel 1867; la medaglia d’oro all’Esposizione di Berlino, accompagnata dal diploma di membro ordinario di quell’Accademia.
Il Pagliano però non fa pompa di queste onorificenze: ed è uno fra i più modesti e benamati pittori residenti a Milano; simpatico e brillante artista, alle qualità chiare e perspicue della fantasia, unisce quelle del colore vivace e della composizione ragionata e sapiente. Egli sta tra i vecchi che finiscono a punta di pennello: e i giovani che seguono le proprie impressioni e non altro che le proprie impressioni. (De Gubernatis).
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