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Pittore

Eugenio Agneni


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Eugenio Agneni

( Sutri (Viterbo) 1816 - Frascati (Roma) 1879 )

Pittore

    Eugenio Agneni

    Eugenio Agneni nasce a Sutri, un comune vicino Roma nel 1816. Si trasferisce nel capoluogo laziale nel 1831 e viene accolto diciassettenne nello studio di Francesco Coghetti che lo inizia all’arte dell’affresco e della tela. Eugenio Agneni realizzerà opere di soggetto vario, dal tema sacro a quello profano, da quello storico a quello mitologico.

    Le opere del primo periodo sono andate purtroppo distrutte, come la decorazione a Villa Torlonia, nel demolito teatro di Tordinona, nella chiesa di Trinità di Monti o a Palazzo Madama. 

    Un pittore patriota

    Nel 1847 Eugenio Agneni viene chiamato da Pio IX a decorare la Sala del trono al Palazzo del Quirinale, quando era ancora dimora papale. Nonostante gli onori concessagli dal Papa, Eugenio Agneni è un fervente patriota e un grande sostenitore di Mazzini e Garibaldi. Prende infatti parte a varie battaglie, tanto che diviene ufficiale nell’esercito della Repubblica Romana, ma a causa della disfatta, nel 1849, è costretto all’esilio. Si rifugia prima in Liguria, e poi in Francia e Inghilterra.

    Quando è a Genova decora i palazzi Rocca, Solari e Piuma, mentre quando è in Francia partecipa alla decorazione di alcune sale del Louvre. Lasciata la Francia si reca a Londra dove lavora alla decorazione di Covent Garden, ma soprattutto delle stanze della Regina a Buckingham Palace.

    Durante il soggiorno parigino partecipa al Salon con Le ombre dei grandi uomini fiorentini protestano contro il dominio straniero, dipinto nel quale Agneni evoca grandi personaggi legati a Firenze, come Dante, Petrarca, Boccaccio, Leonardo, Michelangelo, Savonarola, Machiavelli, con l’intento di ridestare il sentimento patriottico. Oggi questo dipinto si trova alla Galleria civica d’arte moderna e contemporanea di Torino. In questa tela emergono tutte le capacità coloristiche del pittore, raffigurando la scena in questo sensibile ed ardito notturno dai chiari connotati romantici.

    Nel 1859 è di ritorno in un’Italia non ancora unita e combatte al fianco di Garibaldi stabilendosi a Firenze fino al 1871, quando finalmente può tornare nella sua amata Roma, ormai Capitale del Regno d’Italia. Negli anni fiorentini decora Palazzo Salviati e Villa Salviati a Sesto Fiorentino.

    Negli anni successivi collaborerà con il Comune di Roma come consulente e si occuperà della gestione dei busti marmorei dedicati agli eroi risorgimentali posti poi al Pincio e alla cosiddetta Passeggiata del Gianicolo. Ovviamente anche ad Eugenio Agneni è dedicato uno dei busti, realizzato nel 1923 da Giovanni Prini. 

    Tra allegoria e storia 

    Eugenio Agneni espone in diverse manifestazioni nazionali ed internazionali raccontando spesso nelle sue opere il presente in chiave allegorica. 

    Partecipa nel 1851 all’Esposizione di Genova con Ritratti di una famiglia; nel 1861, al suo rientro a Firenze dall’esilio, partecipa all’Esposizione nella città toscana con un’opera allegorica Ritorno della colomba all’arca; ed espone all’Esposizione di Torino del 1863 L’Italia nelle sue tre epoche

    Eugenio Agneni è ospite anche in alcune manifestazioni straniere come all’Esposizione Universale di Vienna del 1873, esponendo in una città da cui si era ottenuta l’indipendenza pochi anni prima alcune opere con chiari riferimenti al passato appena trascorso come Il garibaldino che ritorna al lavoro reduce dalle patrie battaglie e Le province italiane riunite in generale convegno si commuovono nel veder giungere la desiata sorella Roma. Nella stessa manifestazione espone anche L’istmo di Suez. Il mediterraneo che si getta nel Mar rosso portando seco le sue ricchezze, Il capo dei sacerdoti di Venere, L’origine dell’inondazione. Distruzione delle foreste.

    Eugenio Agneni morirà a Frascati ormai malato nel 1879, ma all’Esposizione Nazionale di Roma del 1883 verranno esposte cinque sue opere: Il telegrafo sottomarino, Domenichino soccorso nella sua fuga da Napoli, Sacra igiene, Savonarola al letto di Lorenzo il Magnifico e L’inondazione

    Altra mostra postuma è l’Esposizione di Torino del 1884 in cui compaiono quattro sue tele: Amore infelice, Sacro all’igiene, Amor felice e Le tre epoche.

    Eugenio Agneni unisce nella sua ricerca artistica una straordinaria abilità compositiva ad un particolare gusto per il ritratto. Nelle sue opere è facile ritrovare quel forte sentimento patriottico in specifici riferimenti ad episodi storici cari al Risorgimento, ma anche in scene allegoriche, metafore della situazione italiana a lui contemporanea, con chiari intenti propagandistici.

    Emanuela Di Vivona

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