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Pittore
Gigi Comolli
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Gigi Comolli
Gigi Comolli nasce a Milano nel 1893 e viene avviato allo studio dell’arte pittorica dallo zio. Segue poi i corsi all’Accademia di Brera per un paio di anni, ma lascia la formazione accademica e continua a studiare come autodidatta. Si specializza nella pittura di paesaggio, venendo affascinato dalla tradizione paesaggistica lombarda ottocentesca, ma sperimenta anche il ritratto e la natura morta.
L’esordio pittorico avviene a Milano nel 1912 alla Permanente, ma poi subisce una pausa forzata in seguito allo scoppio della Prima guerra mondiale a cui partecipa come soldato. Riprende ad esporre nel 1917 alla Permanente di Milano con Armonie della sera, poi nel 1920 prende parte all’Esposizione degli acquerellisti lombardi organizzata alla Galleria Pesaro di Milano con Crepuscolo e Il Cristo.
Nello stesso anno presenta Tristezza all’Esposizione Nazionale di Vicenza. Nel 1927 partecipa all’Esposizione dell’Accademia di Brera con Paesaggio e nel 1930 prende parte sia al Centenario della Mostra degli Amatori e Cultori delle Belle Arti a Roma con le tre opere Sul naviglio a Milano, Mattino sul Lago maggiore e Marzo nella campagna milanese, sia alla Promotrice di Torino con La Rocca d’Angera e Lavandaie.
Quest’ultimo rientra nelle cosiddette scene di genere, raffigurando un soggetto domestico di vita quotidiana, privo di qualsiasi anelito e spinta di critica sociale. Lo stile pittorico di questo dipinto, ma in generale della sua produzione, riprende il lessico post-impressionista, abbandonando il disegno e lasciando libera espressione alla potenzialità cromatica che connota l’opera anche dal punto di vista emotivo. Le figure vengono definite da pochissimi tratti sintetici e veloci che restituiscono l’immediatezza dell’esecuzione e quindi la vicinanza anche alla poetica realista.
Il pittore torna alla Promotrice torinese anche nei due anni successivi: nel 1931 espone Nel bosco e nel 1932 Cielo di maggio. Nella sua produzione si propone come interprete della campagna lombarda, del Lago Maggiore o del Ticino che ritrae in una maniera sempre differente, mai monotona, manifestando una grandissima sensibilità, prediligendo l’orario poetico del crepuscolo. Viene anche definito uno specialista delle acque per l’attenzione che pone alla resa di torrenti, fiumi o laghi.
Nel 1934 prende parte alla Sindacale Fascista di Milano con Sera nei campi, l’anno successivo invece presenta alla Permanente del capoluogo lombardo Estate e Sul lago di Garda – Portese. Nel 1937 partecipa sempre alla Permanente con Nei campi e Lago Maggiore, così come l’anno successivo esponendo In brughiera e Liliana, raro esempio di ritratto. Nel 1940 invece prende parte alla sindacale Fascista di Milano con La sciarpa azzurra e Settembre.
L’artista nei suoi dipinti rappresenta un modo genuino e incontaminato, distante dai conflitti di natura sociale e ricco di delicatezza e poesia.
Il pittore scompare a Milano nel 1976.
Emanuela Di Vivona
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