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Giorgio Kienerk


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Giorgio Kienerk

( Firenze 1869 - Poggio alla Farnia (Pisa) 1948 )

Pittore

    Giorgio Kienerk

    Giorgio Kienerk nasce a Firenze nel 1869. Avviato dal padre sin dai tredici anni allo studio del disegno e della scultura al seguito di Adriano Cecioni, frequentatore della famiglia Kienerk, sperimenta nei primi anni soprattutto il genere del ritratto. Questo apprendistato dura fino al 1886, quando Cecioni muore proprio in casa Kienerk, ma il ragazzo risulta già avviato ad un uso personalissimo del disegno e soprattutto del colore, subito visto come valore luminoso.

    È proprio in questo anno, infatti, che espone a Firenze i primi due dipinti, Ritratto Ragazzo. Proseguendo gli studi sotto la guida di Telemaco Signorini, approfondisce ancor di più lo studio del colore, ereditando la pienezza cromatica della macchia e sperimentandola nella pittura en plein air. Signorini, infatti, lo esorta a dipingere all’aperto nelle campagne di Settignano. I risultati di queste sessioni di pittura si notano già all’esposizione del 1887, quando presenta una serie di studi in Pagine di albumStudi dal vero e Colli fiesolani.

    Sono gli anni in cui, oltre a frequentare la vecchia guardia della pittura di macchia, composta da Silvestro Lega e i Tommasi, si avvicina anche ai nuovi rappresentanti della pittura fiorentina, come Plinio Nomellini, Ferruccio Pagni e Alfredo Muller. All’Esposizione fiorentina del 1889 si presenta con Via FrusaL’addipanatriceRicamandoFra gli asparagi e Al sole, dipinti a metà fra la poetica macchiaiola e un indirizzo leggermente più moderno, vicino al Divisionismo di Nomellini.

    Sperimentato in opere quali GiugnoCalmaNebbia e L’Arno alla zecca del 1890 questo cambiamento giunge al suo culmine nella metà degli anni Novanta, quando la svolta simbolista in chiave europea è ormai chiara. Alla Festa dell’Arte e dei Fiori di Firenze del 1896, oltre a tre ritratti, presenta una serie di sei disegni dedicati a Satiri e fauni nella vasca del Nettuno in Piazza della Signoria a Firenze.

    Il 1896 è anche l’anno in cui Kienerk esordisce come illustratore della rivista “Fiammetta”, rendendo ancora più significativo il suo avvicinamento al Simbolismo. All’Esposizione di Torino del 1898, oltre a ripresentare i disegni dei satiri e dei fauni, invia RitrattoLuna e l’intensissimo Dolore, una sorta di personificazione del sentimento attraverso un volto visto da vicino, aderente agli stilemi del preraffaellitismo.

    Ancora, una NaiadeRitrattoGioventù e La vergognosa compaiono all’Esposizione fiorentina dell’anno successivo e con l’ultimo dipinto della serie partecipa anche alla Biennale di Venezia del 1899. Intanto, continua la sua attività di illustratore di varie riviste quali “Cavalier cortese”, “Riviera ligure”, “L’Italia che ride”, in cui il suo tratto rivela interessantissime derivazioni liberty e l’influenza di artisti come Félix Vallotton.

    Dal punto di vista pittorico il simbolismo dei temi va ad unirsi ad un delicato effetto divisionista, e lo dimostrano opere come Ansietà e L’Apparizione (testa di Cristo), ma anche la famosa allegoria Il silenzio presentata alla Biennale veneziana del 1901.

    A quella del 1903 compare il bellissimo Ritratto di Irma Gramatica, di memoria preraffaellita. Nello stesso anno compie un viaggio a Parigi, dove approfondisce le sue doti di illustratore, confrontandosi con le svolte internazionali. Rientrato in Italia ottiene la nomina di direttore della Civica Scuola di Pittura di Pavia, ruolo che mantiene fino al 1936.

    Da questo momento in poi risultano meno assidue le sue partecipazioni alle esposizioni, anche se nel 1922 espone alla Fiorentina Primaverile Intorno a casa Lavorando al fresco che rivelano il suo ritorno al paesaggio e alla scena quotidiana. Famosi sono i dipinti di questo periodo Tramonto toscanoPagliai al tramonto e Ombre lunghe sull’aia, in cui non abbandona comunque la sua sperimentazione cromatica e luministica, di grande impatto anche negli ultimi anni. Muore a Fauglia nei pressi di Pisa nel 1848.

     

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