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Pittore
Licinio Barzanti
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Licinio Barzanti
Licinio Barzanti nasce a Forlì nel 1857, ma giovanissimo si trasferisce a Firenze dove frequenta l’Accademia di Belle Arti. Qui entra in contatto con i pittori post-macchiaioli che quindi suggestionano il suo linguaggio pittorico, anche se la sua formazione avviene prettamente da autodidatta, trascorrendo ore ed ore a dipingere dal vero figure, oggetti o paesaggi.
I suoi lavori, specialmente le composizioni floreali e la pittura di paesaggio, mescolano le tendenze veriste con la tradizione pittorica classicista forlivese. Soprattutto nelle vedute, l’artista utilizza un tratto sintetico e vaporoso che pone l’attenzione sulla forza della natura e sulla resa delle rifrangenze luminose. Bellissime specialmente le marine nelle quali sperimenta le diverse nuances dell’azzurro per registrare la forza impetuosa del mare e il variare atmosferico della luce.
Dal punto di vista espositivo partecipa a diverse rassegne culturali italiane ed estere: nel 1888 è attestata la sua presenza ad esposizioni londinesi; nel 1904 prende parte all’Esposizione di Firenze con Primavera toscana; nel 1914 presenta all’Accademia di Belle Arti di Brera di Milano Studio di Paese; e nel 1917 la sua opera Pecore sul lago appare nella mostra della collezione del Cavaliere Alfredo Conti nel capoluogo lombardo.
Nel 1924 il pittore partecipa alla mostra dell’Associazione artistica lombarda tenutasi alla Galleria Pesaro Milano con Orta – Strada rasente il lago; nel 1930 espone invece due opere alla Galleria Ciardiello di Firenze, Bosco con ruscello e Gattici; e nel 1940 presenta Frutta alla Galleria Guglielmi a Milano.
Viene poi particolarmente apprezzato in Russia dove sono conservati diversi suoi lavori.
L’artista si specializza soprattutto in nature morte floreali, coloratissimi vasi di fiori, realizzati attraverso un cromatismo sfumato e delicato, con toni dolci e atmosfere romantiche.
La pennellata è densa e ricca di materia, sfaldando e scomponendo gli oggetti rappresentati su diversi piani, registrando così le vibrazioni della luce e della vita che si rinfrangono su di essi.
Il pittore si spegne a Como nel 1944, a ottantasette anni.
Emanuela Di Vivona
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