Odoardo Borrani

Si trasferì ben presto a Firenze dove iniziò la carriera come restauratore di affreschi antichi. Quindi si iscrisse alla locale Accademia e si avvicinò al gruppo del Caffè Michelangelo: da qui l’esperienza della pittura dal vero nei dintorni di Firenze assieme a T.Signorini e V.Cabianca. I suoi esordi sono nel genere del verismo storico, condizionato inevitabilmente dagli esempi di B.Celentano e D.Morelli (Lorenzo de’ Medici che, nella congiura de’ Pazzi, si salva nella sagrestia del duomo).

Borrani ebbe la peculiarità di interpretare entrambe le scuole nate in seno al gruppo macchiaiolo: quella di Piagentina e quella di Castiglioncello. Infatti grazie all’amicizia con S.Lega realizzò opere quali Le cucitrici di camicie rosse, dove iltema patriottico viene trattato da un punto di vista del quotidiano.

Poi la luce cristallina che inonda la scena e la pulizia percettiva testimoniano un linguaggio esemplare per Piagentina. In seguito fu spesso ospite di D.Martelli a Castiglioncello: qui elaborò un linguaggio severo, fatto di tarsie cromatiche intense e sintetiche, tra i vertici dell’esperienza macchiaiola.

Tra le opere inviate ad esposizioni ufficiali ricordiamo: Il veglione al teatro della Pergola, Una guardia del cardinale Richelieu, L’arco dei fratini a Firenze, L’annegata, La mia cucina, Un passatempo innocente, Palazzo del Podestà a Firenze, La casaccia – motivo dal vero presso Firenze, Il medico, La mia terrazza, Fra gli allori, L’Arno – motivo dal vero, L’analfabeta, Il richiamo del contingente, Il nuovo Lungarno Serristori, Una preghiera distratta, Il torrente Mugnone, Presso la loggia, Per l’acqua – motivo dal vero, Ladri domestici, Il dispacciod el 9 gennaio.