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Pittore
Vincenzo De Stefani
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Vincenzo De Stefani
Vincenzo De Stefani nasce a Verona nel 1859, iniziati gli studi classici, li interrompe per frequentare l’Accademia Cignaroli della sua città. Qui ha come insegnante Napoleone Nani, e come compagni di corso Alessandro Milesi e Angelo Dall’Oca Bianca.
È un pittore molto eclettico e durante tutta la sua carriera spazierà da ritratti, alla pittura di paesaggio, o racconterà episodi drammatici intervallati dalla pittura di genere o da quella realistica.
La sua attività espositiva ha inizio nel 1883 all’Esposizione di Roma con Il corno d’Aquilio; l’anno successivo presenta invece Vespero a Torino, esposizione a cui torna anche nel 1885 con Rusticale.
Nel 1886 partecipa a Firenze con tre lavori Alla botte, Montanina e In montagna. Queste prime opere sono vedute che iscrivono la sua produzione ancora nella tradizione ottocentesca, riprendendo il linguaggio verista veneto e lombardo, facendo riferimento soprattutto al lirismo di Filippo Carcano e alla pittura di genere di Giacomo Favretto.
All’anno seguente è attestata la sua prima partecipazione alla Biennale di Venezia con cinque opere Triste convalescenza, Melanconica, Pomeriggio, Ritratto e Nel tempo delle cicale.
L’artista non dedica la sua attività solamente alla pittura da cavalletto, ma realizza numerosi cicli decorativi di carattere storico, la cui caratteristica principale sarà sempre la sua tavolozza briosa. In Veneto lavora nel 1890 alla decorazione della Torre di San Martino della Battaglia insieme a Vittorio Emanuele Brassinin e Giuseppe Vizzotto Alberti. La collaborazione con quest’ultimo pittore verrà rinnovata anche nel Palazzo Provinciale di Venezia (l’Ex Palazzo Corner), nel quale utilizza la tecnica dell’encausto per realizzare la Processione del Doge, considerata uno dei suoi lavori più significativi. In questi cicli pittorici si nota inoltre l’influenza purista di Cesare Maccari di cui è allievo negli anni Ottanta, durante un breve soggiorno a Roma.
Dal 1887 il pittore risiede a Venezia e si dedica sempre di più alla pittura di paesaggio, apprezzata però soprattutto da un mercato provinciale. Continua comunque a partecipare a diverse manifestazioni nazionali, come alla Biennale di Venezia del 1895 con Notturno e Ritratto. Nel 1898 a Torino presenta Le nostre ragazze e Ritratto di signora; nel 1906 prende parte all’Esposizione di Milano con Voci dal lago, Barbara e Il ruscello; e nel 1909 partecipa nuovamente alla rassegna veneziana con Disegnatrice e Ritratto di Signora K., in cui si nota chiaramente l’impostazione nei ritratti tardo ottocentesca. Nella produzione ritrattistica si nota anche un’influenza del suo compagno di Accademia Angelo Dall’Oca Bianca, soprattutto per la stesura brillante del colore. Nel 1912 gli viene dedicata un’ampia personale alla Biennale di Venezia con l’esposizione di trentacinque opere tra le quali troviamo Rose invernali, Un’ombra, Ritratto di Eleonora Duse, Meriggio, La vecchia, Il focolare, Ritratto della signora A. G. D. e Prima neve.
Alla fine degli anni Dieci comincia invece ad aderire alle novità esposte dal Ritorno all’ordine, riacquisendo forte consenso di pubblico, realizzando opere immerse in atmosfere definite ed irreali. La sua pittura si fa meno decorativa, divenendo più decisa e piatta. La struttura compositiva delle scene è votata all’equilibrio e il cromatismo diventa sempre più diretto.
Importantissima una personale che gli viene dedicata a Milano con l’esposizione di quarantanove opere che rivelano la produzione eterogenea dell’artista, tra le quali troviamo Il nido, Arlecchinata, Fiori e frutta, Vallata alpina, Sole dopo la neve, Madonnina, Midinette, Il nonno al sole, Le buone parole, Nubi all’orizzonte, La culla e Neve a Venezia.
Con il grande successo degli ultimi anni si conclude la carriera di Vincenzo De Stefani che scompare a Venezia nel 1937.
Emanuela Di Vivona
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