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Scultore

Adolfo Apolloni


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Adolfo Apolloni

( Roma 1855 - 1923 )

Scultore

    Adolfo Apolloni

    Adolfo Apolloni, nato a Roma nel 1855 e proveniente da un’agiata famiglia che possedeva una farmacia in via del Corso, si forma nel collegio di sant’Apollinare. Segue poi con gli studi di ingegneria in san Pietro in Vincoli, ma una volta laureato risponde al forte richiamo del disegno e della modellazione e si iscrive all’Accademia di San Luca, inserendosi con destrezza e naturalezza nella fervente cultura artistica romana post unitaria.

    La scultura e il neo-ellenismo tra Roma e l’America

    Il giovane Apolloni, nel suo studio di via Margutta 53 b, inizia a produrre le prime sculture caratterizzate da un verismo ancora legato a stilemi accademici, per poi affiancarsi a Giulio Aristide Sartorio (1860-1932) nel movimento neoellenico romano, con sculture fortemente influenzate dal sentimento elegiaco di memoria classicista.

    Nel frattempo, molto attiva è la sua vita privata: è particolarmente presente negli eventi mondani della borghesia romana, in uno dei quali incontra l’americano John Holt e la figlia Martha di cui si innamora. Nel 1879, parte per gli Stati Uniti, dove trova lavoro come insegnante di disegno e scultura presso l’Istituto d’arte di Boston. Spesso si reca nella vicina Providence per incontrare Martha e dove ben presto apre uno studio nel brillante quartieri degli artisti, in Westminster Street. Come aveva già fatto a Roma, si fa subito rappresentante del clima artistico cittadino e della comunità culturale italo americana, entrando nel “Providence Art Club”, di cui poi sarà presidente.

    Attivo soprattutto come ritrattista e come progettista di monumenti di memoria greco-romana, di sculture cimiteriali e come decoratore di edifici, Apolloni raggiunge a Providence e Boston un certo successo di pubblico e di critica, anche grazie al forte legame con gli Holt. Sposata Martha nel 1883, entra a far parte dell’élite borghese americana, ma l’anno successivo, richiamato dalle sue origini, rientra a Roma con sua moglie che, purtroppo, muore poco dopo.

    Apolloni, protagonista del fervore artistico e politico romano di inizio Novecento

    A Roma, dopo aver affrontato questo grande dolore, continua dedicarsi incessantemente alla scultura, rispettando quella sensibilità filoellenica che lo caratterizza per tutta la sua produzione.

    Inserito perfettamente nel movimento estetizzante della Roma di inizio secolo, fa parte attivamente del Circolo Artistico di Roma, organizzando iniziative e disegnando anche le scenografie e i costumi dei tableux vivants delle Feste Palilie nel Natale di Roma o della spiritosa e bacchica Veglia neroniana.

    Esordisce già maturo alla Mostra di Torino del 1898 con la scultura classicista Anacreontica, che unisce due materiali diversi, il bronzo e il marmo: due ragazzi e una fanciulla, seduti all’estremità di un piccolo emiciclo, nudi o coperti da eleganti panneggi, ascoltano un’ode del poeta lirico greco Anacreonte, in una rievocazione storica di grande attenzione filologica.

    Alla Biennale di Venezia del 1899 espone una Madonna e Anacreonte. Nel 1900 partecipa alla Mostra Universale di Parigi con Poeta, scultura che gli procura la medaglia d’oro. Nello stesso anno, viene eletto presidente della Scuola Artistica Industriale di Fano, sua città adottiva, carica che ricoprirà fino al 1922. Nel 1903 è di nuovo alla Biennale di Venezia con Fontana della gioventù e Fontana del Sileno e viene eletto Accademico di merito all’Accademia di San Luca.

    Nel 1904, invece, torna per qualche tempo in America perché nominato commissario italiano all’Esposizione Mondiale di Saint Louis, mentre tra il 1914 e il 1915 e il 1919 e il 1920 è Presidente dell’Accademia di San Luca. Con Le grazie e Gioventù vigorosa partecipa alla Biennale di Venezia del 1905, Tiber compare invece alla Mostra di Milano per il Traforo del Sempione del 1906. Espone La vendemmia alla Biennale di Venezia del 1907, Sorriso di madre a quella del 1909 e Allegoria della scultura a quella del 1910.

    Attivo particolarmente nel campo della scultura decorativa e monumentale, nel 1915 si occupa, tra le altre opere, dell’esecuzione della tomba di Agostino Chigi in Santa Maria del Popolo.

    Nel frattempo, poco prima della guerra, partecipa attivamente alla vita politica di Roma, militando nel gruppo moderato e liberare di Prospero Colonna, suo amico di gioventù. Diventa poi anche sindaco di Roma nel biennio 1919-1920 e senatore del regno. Muore a Roma nel 1923, all’età di sessantotto anni, nella sua casa di Prati, in via Pompeo Magno 11.

    Elena Lago

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    Opere di Adolfo Apolloni


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